Ass. Cult. DisorderDrama

Sin Ropas (ex Red Red Meat, Califone)

Sin Ropas
(Jealous Butcher – Marshall USA)
meraviglie country-folkinfo: I Sin Ropas hanno sempre reso strano ciò che è familiare. Il duo multistrumentale di Marshall (North Carolina) crea una pop music dolente e sfaccettata, che scorre libera tra frammenti di beats arrugginiti e ruvide armonie vocali, tra chitarre graffianti e suoni trovati, tra strumenti autocostruiti ed elettronica sperimentale. La loro musica ha il sapore dell’amore perduto e della redenzione che lo segue, è al contempo piena di desiderio e rivelatrice, inquietante e contraddittoria. Una sensazione che Tim Hurley dei Sin Ropas capisce molto bene: «registrare dischi è sempre stata una sofferenza», dichiara Hurley. «Quando ho scritto il mio primo disco “Three Cherries” (pubblicato nel 2000 dalla Perishable Records), mi sono lanciato nell’avventura pensando che una volta imparata questa specie di magia, scoperto il segreto che si nasconde dietro la produzione di un album, poi sarebbe stato tutto facile. Ma ben presto ho imparato che non si trattava affatto di scrivere ‘canzoncine da falò’, ma piuttosto era come entrare nel mio cervello e tirarvi fuori, quasi fisicamente, testi e melodie… Una cosa molto dolorosa e di cui avevo avuto solo una vaga idea scrivendo canzoni con Red Red Meat e Califone. Con i Sin Ropas è come farmi a pezzi ogni volta e poi rimettermi insieme attraverso le canzoni. Una pratica che crea anche dipendenza, come spesso accade con tutto ciò che genera dolore». Forse questo spiega perché tra un disco e l’altro dei Sin Ropas passi sempre un po’ di tempo. Il loro secondo disco, “Trickboxes on the Pony Line” (Sad Robot, 2003) è diventato il punto di riferimento con cui confrontarsi successivamente. Tanto “Three Cherries” era un disco intimo e claustrofobico, spesso in modo quasi commovente, quanto “Trickboxes” era un insieme di folli e psichedeliche canzoni pop. Registrato in molti posti diversi in ben due continenti (durante le registrazioni Iosello si trovava in Germania per una borsa Fullbright), “Trickboxes” ha un suono che avrebbe reso famosi i Sin Ropas, molto abili anche a tradurlo dal vivo con Hurley che suona la chitarra e canta sugli strati di loop creati con essa e Iosello che si divide tra batteria, tastiere ed elettronica. «Spesso ci dicono che facciamo musica ‘strana’», ha dichiarato Iosello. «Sinceramente è una cosa che non abbiamo mai capito. Le nostre canzoni si basano su strutture rock piuttosto semplici, le registriamo così come ci vengono e a noi sembrano molto orecchiabili… Ma forse devi essere un po’ strambo, per pensarla come noi». Il loro terzo disco, “Fire Prizes” (Shug Records, 2005), era un sinistro ripensamento dei lavori precedenti, con canzoni che suonavano come un lamento o un raga funebre. «Ci eravamo appena trasferiti da Chicago in questa piccola cittadina del North Carolina», ricorda Iosello. «Avevamo attrezzato il nostro studio in un’ex-biblioteca sul corso principale, con le finestre che davano sul fiume. Verso la fine delle registrazioni, ci fu un’alluvione. Sembrava di stare sul set di un film degli anni ’40, c’era nebbia ovunque e le uniche luci erano quelle del nostro studio e i fari di un treno che si muoveva pigramente sui binari lungo il fiume. Registravamo di notte, cullati dall’idea di essere stati dimenticati o abbandonati. Penso che da quel disco traspaia tutta questa oscurità». Con il lavoro successivo, “Holy Broken” (Shrug Records, 2010), i Sin Ropas si sono poi confrontati con qualcosa di più impegnativo, trasformando il loro malinconico amore per la decadenza in qualcosa di più sostanziale e durevole. Molte di queste canzoni hanno qualcosa di euforico, la stessa emozione che potrebbe provare un naufrago finalmente soccorso. «Quando ho scritto questo album», dice Hurley, «sembrava ci fossero un sacco di persone al verde che si stavano spostando altrove. All’epoca non me ne resi conto, ma penso fossi attratto dall’idea di trovare un posto transitorio dove dall’imperfezione possa nasce qualcosa di bello». Questo concetto attraversa anche l’ultimo disco dei Sin Ropas, “Mirror Bride” (Jealous Butcher, 2016). In quest’opera, grazie al missaggio di Brian Deck (Red Red Meat, Modest Mouse) la sfocatura fuzz dei Sin Ropas si rafforza e si trasforma in qualcosa di più dolcemente rarefatto e agile. Si tratta di canzoni brillanti, feroci, imperfette che, come suggerisce il titolo, potrebbero filtrare in quei posti che si cerca di nascondere o dimenticare. Si avverte una specie di catarsi in questo party di musica al rallentatore, nei suoi ritmi slegati e nelle sue melodie vaporose; i brani suggeriscono qualcosa di più di quello che vediamo o vedremo, come quando le cose riflesse da uno specchio sembrano più significative che nella realtà. “Mirror Bride” è quel tipo di disco che esce fuori piano ed evoca quel tipo di esperienza che nemmeno sapevi di non aver ancora provato… Mirror Bride verrà pubblicato insieme a unlibro di racconti scritti da Iosello (edito dalla Errs Press) e un audiolibro con lo stesso titolo, con letture di Tim Rutili, Angela Bettis, Haley Bonar, Tim Hurley e altri.

press: “Put [Sin Ropas] on and point yourself toward new, more dynamic modes of aural interpretation, stuff that has far less to do with mechanically processing a series of notes than with establishing abstract, pre-linguistic relationships with art. Get that the process, like the music, is awkward and uneasy. Tug your stereo outside, curl up in the grass, and chew on some crushed ice. There’s gonna be poetry in the grasping. And it will be devastatingly good.” Amanda Petrusich – Pitchfork

“Red Red Meat alumni Sin Ropas create mesmerizing sound on their second album (Trickboxes on the Pony Line). This collection of beautiful, interweaving off-the-cuff riffs and slow-motion observations suggests a futuristic Appalachia…The brilliant ‘Buried with the Footmen’ layers psychedelic fuzz guitars and playful electronics like an update to ‘I am the Walrus’. There’s nothing ingratiating enough to call pop on Trickboxes, but there are plenty of nice slowburners.” John Dugan – Rolling Stone

sito: http://sinropas.com/
etichetta: http://www.jealousbutcher.com/
video: https://www.youtube.com/watch?v=c8yJAyucCzc
https://www.youtube.com/watch?v=1YPxAd7zwJY

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03 Mag 2024

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Dall’ottobre 2008 al settembre 2017 abbiamo tenuto un blog su tumblr ripostando tutti link, recensioni, video e immagini su un po’ dei gruppi genovesi che combinavano sfracelli fuori dalle mura di casa. Stiamo mettendo a posto l’archivio. Buona ricerca

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