In tempi brutti è bello poter parlare di canzoni, ascoltare un disco e dire ‘questa mi piace, quest’altra mi sembra meno centrata’ e così via. Si dirà che la cosa vale per qualsiasi disco, ma nel caso del secondo lavoro degli Anaïs entra in gioco una sorta di naturale empatia, quasi ci si trovasse, magari senza volere, nel cuore delle situazioni ascoltate.