Ass. Cult. DisorderDrama

Giovedì Off 1#05 – Ronin

Ronin
(Bar La Muerte – Milano ITA)
musica popolare cinematografica

Dresda
(Marsiglia – Genova ITA)
maccaroni post rock

Esponenti di punta dell’evoluzione italiana del post-rock cinematografico che, agli epici crescendo, ha aggiunto l’amore per Nino Rota e Ennio Morricone.


Ronin
(Bar La Muerte – Milano ITA)
musica popolare cinematografica

info: Quando i Ronin annunciano un nuovo disco c’è sempre bisogno di un “previously on…”, come si trattasse di una serie tv. E infatti, prima di immergersi nel loro quinto album, si deve fare un passo indietro: eravamo rimasti allo splendido “Fenice”, cui era seguito un tour monstre tra l’Italia e l’Europa, così lungo, serrato e stremante da lasciare svariati pezzi per strada, con l’eccezione del deus ex machina e titolare del progetto Bruno Dorella. Ma nessuna catastrofe, perché fa parte dello spirito dei Ronin il reinventarsi continuamente, come un samurai senza padrone, come pirati e gentiluomini che oggi ci sono, domani chissà. Ci vuole ben altro a fermare Dorella, che tra OvO, Bachi da Pietra e Ronin (appunto) è sempre più un totem tra gli indipendenti italiani: si è preso il tempo necessario per scegliersi dei nuovi coprotagonisti, strumento per strumento, e ora (ri)comincia con Diego Pasini (Action Men e Cacao) al basso, Matteo Sideri (Ex Above The Tree And The E-Side) alla batteria e Cristian Naldi (Fulkanelli) alla chitarra, una formazione giovane ma già potentissima, nell’attitudine come nella tecnica musicale. Con queste premesse è nato “Adagio Furioso”, un titolo più che mai rappresentativo ed evocativo nell’unire i sentimenti contrastanti che da sempre costituiscono l’anima di Dorella e dei Ronin, la tradizione classica e melodica con l’urgenza espressiva del punk, le carezze con le sferzate. Sentimenti che si manifestano tutti nella lunghissima “La Cinese”, che apre il disco e che acquista epicità e spessore con gli archi di Nicola Manzan, mentre le tre successive “Ravenna”, “Gilgamesh” (con il flauto di Claudia Muratori) e “Caligula” danno un saggio delle diverse velocità in cui questi rinnovati Ronin amano tessere le proprie trame sonore, che partono dalle sei corde di Dorella ma che prendono tangenti differenti, si immergono, diventano giochi, si appoggiano sul basso o sui tantissimi colpi di batteria, rimangono nude o si stratificano fino alla saturazione. “Far Out” divide a metà il disco, ed è l’unico episodio cantato: Francesca Amati torna a collaborare con i Ronin prestando la propria voce e, insieme a Glauco Salvo (ovvero l’altra metà dei Comaneci) e all’ex Nicola Ratti, contribuisce a dare liquidità e respiro al pezzo; quasi un paradosso, visto che è l’unico brano suonato in sette. La traccia che dà il nome all’album, a cui ha contribuito Matt Howden (in arte Sieben) con il suo violino, è cadenzata e complessa, a volte sembra chiudersi su se stessa a volte si apre improvvisamente, mentre “Catfish” all’apparenza è più lineare ma nasconde giochi percussivi delicatissimi e chitarre che si arrampicano le une sulle altre. Idem per la nervosa “Preacher Man”, che sfoggia degli inserti quasi rock. Serra le fila “Ex”, inizialmente più dilatata e maggiormente nei canoni che hanno reso lo stile dei Ronin inconfondibile, subito prima di impazzire ed esplodere per un finale di disco da togliere il fiato. Il tutto è stato preso e portato a Londra da Tommaso Colliva (Calibro 35, Muse), che ha mixato “Adagio Furioso” giocando sull’immaginario dei Ronin e restituendo un disco che è dolcemente macabro, eroicamente perdente, epicamente morbido. Esattamente come sono i Ronin, che nonostante gli anni e gli avvicendamenti hanno un’identità granitica, uno stile multiforme ma sempre riconoscibile, che si sviluppa come i movimenti della musica classica ma che strizza l’occhio alla Londra del 1975. E con “Adagio Furioso” lo dimostrano dal primo all’ultimo secondo.

press: “E’ un disco bellissimo. I Ronin sono riusciti a fare quello che molti gruppi post-rock (prendete il termine nella sua accezione più ampia) hanno mancato: avere una propria spina dorsale (con idee precise e suggestioni mirate) ma al tempo stesso essere, ancora, evocativi; non importa quanta fantasia avete, ci proietterete ugualmente le vostre storie. “Fenice” ha personalità e uno spiccato gusto per le emozioni: per via di quel continuo movimento, per una quella naturale semplicità con cui ogni nota segue l’altra e non potrebbe essere altrimenti, o perchè ormai sono diventati i più bravi con le colonne sonore immaginarie. Inutile girarci intorno. Un altro grande album. Lo riascolterete un milione di volte, come se non poteste farne a meno.” Sandro Giorello – Rockit.it

sito: http://www.ronintheband.com/
facebook: https://www.facebook.com/ronintheband?fref=ts
etichetta: http://www.tannenrecords.com/
audio: http://www.rockit.it/ronin/album/fenice/18070
video: https://www.youtube.com/watch?v=Nne4dlEFxL4

Dresda
(Marsiglia – Genova ITA)
maccaroni post rock

Gruppo dalle tante speranze e ampie doti nel proporre un post rock strumentale che spazia nelle sonoritą dei numi tutelari del genere: Mogwai e GodspeedYou!BlackEmperor. Chitarre arpeggiate, crescendo epici, basso e batteria in costante battere e spingere.

 

dDRAMA – Next

03 Mag 2024

Archivio CMPSTR

Dall’ottobre 2008 al settembre 2017 abbiamo tenuto un blog su tumblr ripostando tutti link, recensioni, video e immagini su un po’ dei gruppi genovesi che combinavano sfracelli fuori dalle mura di casa. Stiamo mettendo a posto l’archivio. Buona ricerca

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