Uochi Toki
(La Tempesta – Tortona ITA)
Rap Del Futuro
Hipurforderai
(Si Lagrima – Genova ITA)
strampalate architetture elettroniche
Con il glorioso Libro Audio eletto da molti tra i migliori dischi del 2009 non ci si poteva dimenticare di invitarli alla Claque: gli Uochi Toki e il loro rap del futuro. In apertura il recupero di Hipurforderai.
Tutte le settimane disorderdrama.org porta grandi nomi alla Claque. Non mancate! La crema della musica underground fa tappa a Genova nella splendida cornice della terza sala del Teatro Della Tosse. Un ambiente speciale e particolare, per gustare al meglio le performance dei migliori artisti in tourneè in Europa.
Uochi Toki
(La Tempesta – Tortona ITA)
Rap Del Futuro
info: DATA NASCITA 1999 come Lazebiose, 2001 come Uochi Toki AREA DI PROVENIENZA Milano, Alessandria, Voghera, Tortona, Pavia AREA DI RESIDENZA Saludecio (RN) MEMBRI Matteo Palma (Napo, voce)1, Riccardo Gamondi (Rico, basi)2 1 disegna sotto lo pseudonimo di Lapisniger , macina le olive ed ha un master in cucina da caserma 2 registra gruppi che reputa interessanti nel suo studio Fiscerprais , segue dal vivo gli OvO (7 tour Europei) ed organizza (con l`aiuto di Napo) eventi come il Rapascid festival (Luglio 2007 e Luglio 2008) e La Gara Delle Batterie Elettroniche (11 edizioni all`attivo in varie localià d`Italia – Saludecio, Rn – Mestre, Ve – Parma). COLLABORAZIONI Bugo, Altro, Useless wooden toys, Jealousy Party e Meccanico del suono (aka Fele; il loro artista noise preferito nonché amico di vecchia data) LIVE Hanno suonato la stessa sera sullo stesso palco di Caparezza, Bugo, Frankie-hi nrg, Fabri Fibra, Mondo Marcio, Hormonauts, Red warms farm, ecc. Hanno compiuto nel 2003 un tour in Germania assieme alla band “conterranea” Inferior sourgez sound (ora Opus Dei), solitamente sono in 2 sul palco (voce e campionatore) e le frequenze basse risultano spesso eccessive.
sito: http://www.myspace.com/uochitoki
Hipurforderai
(Si Lagrima – Genova ITA)
strampalate architetture elettroniche
info: One man band di rumorismi ben assortiti e campionamenti strappamutande.
press: “Hipurforderai: un nome che non vuol dire nulla, che non rimanda a nulla, che sa un po` di mistero, che pare forse un verbo al futuro ‘tu hipurforderai, un giorno’. Fondamentalmente, il dubbio che ci prenda per il culo ci viene. Confezione scarna al limite della spazzatura (ma dal colore dorato sul nero, in qualche modo elegante), fogliettino illustrativo a quadretti di 4×5 cm, CD-R di 30`: inaugura una nuova anagrammatica serie della gloriosa genovese Marsiglia records, la Silagrima. Un assalto di rumore bianco gratuito mi assale quando lo butto nel lettore, rumore che pian piano si modula e scompare, per lasciare spazio, nel secondo brano, a una non meglio identificata voce di zoccola (oibò, per un disco del genere queste son le parole da usare, non siamo mica su RAI Educational) che racconta di come si è portata a letto un tizio. Seguono un litigio tra uno stronzo reazionario ed il suo meccanico, ansiogene urla in reverse, vocette robotiche, un malato che bofonchia infantili schifezze (non immaginereste mai da dove arriva la fonte!), il tutto rigorosamente in italiano. Una cosa è certa: di solito, mentre recensisco un CD, lo riascolto. In questo caso, non mi è possibile. O scrivo, o ascolto. La componente vocale è talmente potente, a suo modo, da rendere impossibile l`ascolto distratto. Pare che l`idea che sottende a queste tracce, di certo non poetiche ma comunque non superficiali, è quella di sbatterci in faccia alcuni aspetti della realtà, della miseria umana, della cultura, di quello che ci capita intorno, fino al punto di farci immobilizzare davanti a qualunque cosa stessimo facendo prima di infilare il dischetto nello stereo, e farci pensare ‘ma in che razza di mondo del cazzo viviamo?’ Il bello è che non credo che Daniele Guasco, l`autore di questa peggior mezz`ora della nostra vita, sia del tutto consapevole dell`enorme curiosità che suscita nell`ascoltatore il suo dischetto, né del potenziale destabilizzante di una `musica` che non si può ignorare. Senza contare che il sottofondo sonoro è un insieme (ma non accozzaglia) di ritmiche sghembe, rantoli distorti e melodie elettroniche di una malinconia tale che al confronto gli Isan fanno allegria. Strano `sto disco, strano. Ad un passo dall`essere un`obiettiva puttanata, si rivela invece una di quelle cose che riportano l`attenzione verso l’alto, a tratti al prezzo di un`ansia pazzesca. L`unico paragone che mi viene in mente è quello con colui che ha sugellato il termine musica industriale, ossia quel Monte Cazazza che pochi conoscono ma che nella sua lucida follia ha segnato il destino della musica deviata. Daniele Guasco mi pare ad occhio e croce ancora più ironico e forse ci crede un po` meno: meglio per lui, altrimenti potrebbe mettersi a collezionare foto di genitali affetti da malattie veneree, come il suo illustre predecessore. Invece credo sia ‘solo’ un divoratore di film, mp3 trovati in rete, opere teatrali e qualunque altra cosa: tutto, nelle sue mani, finisce in un frullatore di samples e questo è ciò che ne esce. Con un po’ di ossessività e ripetitività in meno la sua musica decollerà senza dubbio: intanto dategli un ascolto.” Matteo Uggeri – Sands Zine