(Wallace – Nizza Monferrato ITA)
una reinterpretazione personale di Paolo ConteI Bosio
(Prisoner – Genova ITA)
cantautorato tutto in famiglia
In collaborazione con Green Fog e Prisoner Records. Debutta a Genova il nuovo live di Giovanni Succi (Bachi da Pietra e Madrigali Magri) dedicato alla musica di Paolo Conte. Una reinterpretazione molto personale e sentita del musicista di Nizza Monferrato dedicata al suo conterraneo astigiano. Con Glauco Salvo e Mattia Boscolo, Succi “lascia per strada l’orchestralità baldanzosa tipica degli arrangiamenti di Conte, dimentica la strada del jazz, puntando invece su tinte noir e desert blues”.
L’evento su facebook:
L’evento su disorderdrama.org:
Ingresso: Intero 8€ / Ridotto 6€ per soci DisorderDrama/Belleville/Lab.ProbabileBellamy/Narramondo, Universitari Under 26 con tesserino e per chi cena al Bistrot
Giovanni Succi in Lampi Per Macachi
(Wallace – Nizza Monferrato ITA)
una reinterpretazione personale di Paolo Conte
info: Ci sono legami invisibili, amori sulla carta impossibili, punti di riferimento che sembrano così lontani dai propri universi. Ma se li si guarda con attenzione sono proprio quei fili, quei collegamenti apparentemente inusuali, a creare delle storie uniche. Proprio per questo può suonare strano che uno dei maestri di Giovanni Succi, la corda e il legno dei sempre più granitici Bachi da Pietra, sia Paolo Conte. Paolo Conte l’avvocato, il paroliere, il pianista jazz, l’unico cantautore sempre ascoltato da Succi dall’infanzia ad oggi. E non c’è altro modo per rendere omaggio a un proprio maestro che tradire la sua opera, avendo ben presente le diverse accezioni letterali del verbo: tradurre, portare altrove, cambiare, tramandare. Nasce da questa idea “Lampi Per Macachi”, il tributo di Succi a Paolo Conte, otto canzoni del maestro trasfigurate e al netto del jazz. Otto canzoni che provano a isolare quegli ingredienti così unici e affascinanti della produzione contiana, cucinandoli in maniera differente, forse l’unica possibile per non presentare un piatto manchevole, un tentativo di emulazione che saprebbe troppo di brutta copia. Ed è per questo che “Lampi Per Macachi” (che già nel titolo è una commistione di termini contiani) lascia per strada l’orchestralità baldanzosa tipica degli arrangiamenti di Conte, dimentica la strada del jazz puntando invece su tinte noir e desert blues, marcando i silenzi, scarnificando e concedendosi sfumature elettroniche e ipnotiche. Attaccando la chitarra elettrica agli amplificatori polverosi e chiudendo a chiave il pianoforte, tirando fuori dal mazzo pezzi apparentemente intoccabili e singoli ormai quasi dimenticati. Così “Gelato Al Limon” viene riproposta con tonalità molto più scure e controllate, mentre “Uomo Camion” è quadrata e acquista vigore battuta dopo battuta. Ci sono “La Fisarmonica Di Stradella” stravolta in un trip hop acustico e rumorista e la dolcezza sussurrata di “Come Mi Vuoi” (in cui per una volta ascoltiamo Francesca Amati dei Comaneci cantare in italiano). Poi, l’incedere rock di “Diavolo Rosso”, fatto di progressioni, di elettriche distorte e tamburi, “L’Incantatrice”, anche questa asciugata da tutti i mille spifferi del jazz. E ancora una “Bartali” dilatata e al limite dello spoken-word, che si gioca il jolly dell’unico pianoforte di tutto il disco e lo adorna di metronomi vintage, di zither, di percussioni lontane, di sospensioni. Il disco si conclude con la sola chitarra elettrica e la voce urlata di “Questa Sporca Vita”, quasi a sottolineare l’essenza di un lavoro che ha svestito e rivestito le tracce di Paolo Conte, lasciando qui il brano nudo nel suo disperato amore. Troviamo poi quella contingenza geografica tra l’astigiano Paolo Conte e il nicese Giovanni Succi, quello spirito piemontese così presente e al tempo stesso così indefinito, che permea molte canzoni di entrambi. E forse anche per questo non c’era posto migliore ed emotivamente suggestivo per incidere “Lampi Per Macachi” di una cantina vitivinicola a Incisa Scapaccino, un paesino in provincia di Asti, dove, in mezzo ad un mare di vigneti di Barbera, Succi si è chiuso in quasi totale isolamento a suonare e registrare insieme a Glauco Salvo e Mattia Boscolo, con Mattia Coletti al mixer. Il risultato è un tributo con un’anima meticcia, un concept-album sul Piemonte, ma prima ancora è un atto di amore e di riconoscenza nei confronti di un maestro. Che come tutti i maestri va tradito, in modo da poter una volta in più celebrarne la grandezza.
press: “Chiunque altro ne sarebbe uscito coi lividi e le cicatrici, e Succi no. Ne esce trionfante” 9/10 – Rumore
sito: http://www.succi.it
facebook: www.facebook.com/giovannisucci
etichetta: www.wallacerecords.com
audio: http://www.rockit.it/GiovanniSucci/album/lampi-per-macachi/27480
video: https://www.youtube.com/watch?v=q5rhgT2YiBA
I Bosio
(Prisoner – Genova ITA)
cantautorato tutto in famiglia
info: Attivi dal 2004. Due fratelli, Pietro ed Enrico Bosio, si accostano in virtù del legame di parentela e del comune sentire musicale alla messa in note delle idee del fratello maggiore Pietro. Attraverso le vicende musicali di Laghi Secchi, Numero6 e Tarick1, in cui aveva avuto un ruolo di bassista e arrangiatore, dietro le quinte, Pietro passa al desiderio di mettersi in prima linea e di proporre finalmente le sue canzoni come cantante. Mantiene il basso e vi aggiunge una chitarra classica. Enrico da parte sua spinge il nascere di questo desiderio mettendosi a disposizione per far quadrare le idee sghembe, ma visceralmente legate al cuore dei problemi, del fratello. Nel frattempo continua a suonare con gli en roco. A questi due si aggiunge la figura del “greco” Giorgios Avgerinos alla batteria, che aveva già condiviso con Pietro le precedenti esperienze musicali delle già citate formazioni. Il progetto si basa sul concetto dell’assoluta spontaneità del suono e delle idee, non filtrate da preconcetti o dalla necessità di far stare le canzoni dentro una forma predefinita. Così i brani si sviluppano attraverso improvvisazione e il gusto dell’asimmetria. Il predominio della melodia non esclude il ricorso all’istinto creativo. Gli errori si moltiplicano creando un ambiente musicale storto, non certo figlio del main stream o delle produzioni patinate di oggi. Si ricerca anzi il contrasto, il grezzo, lo sporco. Il tutto si presenta assolutamente genuino. Da otto anni ormai in attività, hanno condiviso il palco, tra gli altri, con Meganoidi, Ministri, Sick Tamburo, MGZ, Nick Castro & the Young Elders, Valentina Dorme, Uochi Toki, Numero6, Tarik1, Ed Laurie ed altri.
press: “Con Bosio, il cantautorato “altro” è in buone mani.” Max Sannella – Rockambula
sito: http://bosiobanda.tumblr.com/
facebook: https://www.facebook.com/bosioband
etichetta: http://theprisoner.it/
audio: https://soundcloud.com/rockol_sounds/vol-1-02-bosio-confessione
video: https://www.youtube.com/watch?v=jOf5yd6JOLs