Ass. Cult. DisorderDrama

Secret Show: Grand Veymont!

Grand Veymont
(Objet Disque – FRA)
lounge krautrock

Mercoledì 17 Agosto 2022
h2000

Secret Show
Scrivi a ddrama@disorderdrama.org
Location zona Principe, al chiuso con aria condizionata e open bar.

Nel cuore dell’estate non vogliamo lasciare solo ai possessori di SUV e alle navi da crociera il piacere di surriscaldare irreversibilmente l’ambiente: ecco sul piatto per voi un air conditioned secret show!
Da Lione torna il duo psichedelico dei Grand Veymont!
Beatrice e Josselin ci faranno scapocciare col loro kraut ossessivo super melodico per fan degli Stereolab, Broadcast, Can e Pink Floyd!
Scriveteci per sapere come e dove.


Grand Veymont
(Objet Disque – FRA)
lounge krautrock

info: All’inizio, il progetto di Béatrice Morel Journel e Josselin Varengo, era composto solo da lunghe improvvisazioni con l’unico vincolo del numero di mani disponibili ad interagire con un muro di organi e sintetizzatori. Poi le composizioni dei Grand Veymont sono cresciute sovrapponendo e incastonando melodie esotico-medievali su un letto di ritmi krautrock, valzerini e tango.
Alla fine alcune di queste improvvisazioni sono diventate canzoni vere e proprie, scritte e cantate in francese, mentre altre sono rimaste più crude e più libere nella forma, come una lunga scalata in montagna.
Vera e propria odissea sonora, il nuovo album di Grand Veymont, giustamente intitolato “Persistence & Change“, riprende da dove l’emozionante “Route du vertige” (Objet Disque) ci aveva lasciato nel 2018. Abbandonando molto rapidamente fari e punti di riferimento, i Grand Veymont decidono di seguire solo il proprio istinto e ci conducono in un percorso mozzafiato lungo 40 minuti.
Raramente abbiamo ascoltato musica che si avvicina così tanto a quella che potrebbe essere la materia dei sogni. In questo disco, che dall’inizio alla fine compie una lenta e ineluttabile ascesa verso il proprio esaurimento, il duo – formato da Béatrice Morel Journel (organo, flauto, voce) e Josselin Varengo (organo, sintetizzatori, percussioni, voce) – sembra volersi liberare della propria gravità. Ancor più che nelle registrazioni precedenti, questo disco offre un’immersione totale nell’inconscio del gruppo. Un paesaggio in cui convivono secoli di musica popolare, gli esperimenti elettronici più folli, le canzoni brasiliane e francesi degli anni ’70, il pop obliquo degli Stereolab, le architetture ipnotiche dei Can, i canti pigmei, i venti che attraversano le montagne del Vercors, la cui cima più alta (il Grand Veymont) dà il nome al duo…
Di fronte alla moltitudine di immagini evocate, di fronte a questi paesaggi inediti, diventa impossibile non rendersi conto che il linguaggio del Grand Veymont è unico e non smette mai di svilupparsi. Probabilmente scoprendo l’ampiezza, la profondità e la ricchezza della sua grammatica nello stesso momento in cui lo scopriamo noi, questo album – la cui singola canzone è tagliata in due parti per la stampa del vinile – vede ogni ascolto più esaltante del precedente. Ogni melodia, ogni eco di melodia, ogni ritmo, ogni frammento di ritmo, si uniscono, si amalgamano, girano insieme come trottole e trasformano la musica del duo, autodefinitosi lounge krautrock, in un vero e proprio affresco psichedelico.
Se l’edificio può sembrare brusco, o il pendio un po’ ripido, per il suo formato, le sue nebbie, i suoi mezzi toni, questi 40 minuti sono attraversati da una luce irradiante da un capo all’altro e non cessano di sorprendere, di creare contrappunti, di aprire nuove strade. Questi spostamenti perpetui, queste oscillazioni da un punto all’altro, disegnano una traiettoria decisamente pop. Spesso è questo che rende le costruzioni più singolari così accattivanti, quando ci parlano in un linguaggio familiare, per quanto astratto possa essere.

press: “With their vintage organs, synths and drum machines, there are touches of Stereolab (on the 13 minutes “Je Cours Après Avant” especially) but Grand Veymont’s main mode is stranger and folkier, like Piper-era Pink Floyd and Daevid Allen dreaming up early Beach Boys.” 8/10 Tom Pinnock – Uncut
Parts of their music could be likened to the experimental aspects of Stereolab, or perhaps serialist music corrupted by the pantheon of pop and ethereal, abstract atmospheres, or maybe what Krautrock would sound like if the Vercors were a feature on the map of contemporary music… So no formulaic rock here – just songs sung in French deeply veined with moods, desires and the occasional lightning strike.” Music Won’t Save You blog
The basic vocabulary – warm vintage organ drones and rhythm presets, mesmeric/mesmerised vocals, interlocking melodic loops – will be familiar to fans of Stereolab and Broadcast, even Young Marble Giants, but GV progress in their own time, savouring the long ascent.” David McKenna – The Quietus
It’s electronic-ey, it’s French, it’s brillant” Soho Radio
“[…] quelque part entre les forêts synthétiques de Broadcast et le sentier kraut pop de Stereolab.” Gonzaï
On touche au sublime, à l’expérience des espaces infinis.” Longueur d’ondes
C’est avec une joie immense que nous apprenons le retour de Josselin Varengo et Béatrice Morel Journel, pour un nouvel album intitulé Persistance & Changement à paraître le 07 mai.” Addict Culture
Bijou pop psyché envoûtant.” Soubresaut
“[…] merveilleux morceau d’enfance. Tout à l’air simple, au premier abord. Tout y est lumineux.” Guts of darkness

facebook: https://www.facebook.com/grandveymont/
label: https://outredisque.com/
label: https://objetdisque.org/
audio: https://grandveymont.bandcamp.com/
video: https://www.youtube.com/watch?v=4Xq3ST1r_1g
live: https://www.youtube.com/watch?v=7hRP324pgg0

 

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