Terza volta sul palco dell’Altrove, sempre più caldi e avvolgenti, “I Velvet Underground più marci alle prese con la canzone italiana classica, Mina e Patty Pravo in una sala prove del Pigneto”.Wow
(42 – Roma ITA)
punk a la jimmy fontana
Millanta Tamanta è una parola che non vuole dire nulla ma che racchiude un mondo. Gianni Rodari l’aveva già utilizzata in una delle sue “Favole al telefono” ed è perfetta per rappresentare l’universo sonoro in cui fluttuano gli WOW (si pronuncia UOU e ormai ci siamo anche stancati di ripeterlo).
“Amore”, il loro album del 2013, è piombato sulla musica italiana degli anni dieci quasi come un fulmine a ciel sereno: un disco inaspettato, sorprendente, lontano dalle mode e dai facili entusiasmi. Classico, ma pure fresco, punk nell’attitudine ed elegante nel risultato. Una vera e propria sorpresa che ha imposto gli WOW come una delle novità più entusiasmanti degli ultimi anni.
“I Velvet Underground più marci alle prese con la canzone italiana classica, Mina e Patty Pravo in una sala prove del Pigneto”, queste sono solo alcune delle espressioni che la critica ha usato per provare a raccontare il loro suono, ma gli WOW restano volutamente inafferrabili e impossibili da rinchiudere in una sola definizione. “Millanta Tamanta”, il loro nuovo album (in uscita in digitale e vinile gatefold il prossimo 13 maggio), arriva a distanza di un anno e mezzo dal precedente con l’obiettivo di arricchire di nuove sfumature un immaginario dai confini tanto vasti quanto labili.
Composto e registrato durante il tour di “Amore”, “Millanta Tamanta” rappresenta sia l’ultimo atto di quella che all’epoca era una band composta da cinque persone che l’inizio di un nuovo percorso più libero e sfuggente. Al centro di tutto c’è sempre la canzone italiana riveduta e corretta con spirito avventuroso e sprezzo del pericolo. Un continuo incontro e scontro tra melodia, attitudine punk e improvvise divagazioni strumentali. Una piccola grande rivendicazione di indipendenza e autarchia. Questo siamo e questo sappiamo fare.
Il primo singolo ufficiale, Il mondo, parte proprio da questo senso di straniamento e ne fa quasi un manifesto estetico.
“Millanta Tamanta” è un disco scuro, ma ancora ricco di colori, un’opera che nasce personale e che diventa collettiva (nell’album oltre la sezione ritmica composta da Cheb Samir e Thibault Bircker, l’oboe e la sega musicale suonata da Gianlorenzo Nardi, compare anche un brano – Arriva, arriva – scritto da Calcutta).