L’ormai azzeccatissima alternanza di pieni e vuoti, il suono che rasenta la perfezione e si ferma volutamente un passo prima, idee musicali sempre intriganti e di prim’ordine, testi eccezionali, intelligenti ma non supponenti, ironia dilagante, lucida descrizione dell’abitudine, dell’insofferenza e dell’insano male di vivere che ci circonda… che dire di più? Diffondete il verbo!