Questo disco fondamentalmente, a differenza del precedente “Le proprietà elastiche del vetro”, è stato scritto tutto sulla chitarra acustica in un lasso di tempo molto breve, senza smanettare con l’elettronica per poi scriverci sopra, quindi è stato piuttosto naturale spostare anche la ricerca sonora di conseguenza. Sicuramente è un album legato alla nostra tradizione cantautorale, volevo avere un suono monocromatico e lavorare tono su tono ed anche l’elettronica è stata approcciata in modo per me nuovo dal momento in cui con il produttore Giorgio Pona abbiamo deciso di non mettere in contrapposizione suoni acustici ed elettronici ma di trattare questi ultimi come fossero acustici e viceversa per ottenere un suono caldo ed omogeneo, un esperimento per me davvero interessante.
FiloQ intervistato su FreakOut
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