Simone Perna, trascorsi post-punk ancora vivi e, perché no, orecchio teso a Velvet Underground e dintorni, certamente più da un punto di vista intimo che estetico, riesce a trasferire nelle sette tracce del suo terzo lavoro Rinuncia all’eredità le disillusioni di una generazione creata, gettata nel mondo e lì abbandonata al suo destino. Lo fa senza piagnistei, senza lamenti, ma con una rabbia, una determinazione ed un carico di recriminazioni che traspaiono in ogni singola parola, che diventa un lucido atto di accusa, ed anche di autoaccusa a tratti.