Sesta session di jazz e improvvisazione a cura del Collettivo Improland per questa stagione 2017/18. Musicisti, illustratori e attori per una serata polimorfa basata esclusivamente sulle inclinazioni dei coinvolti. Gli ospiti questa volta sono gli Ossatura (Martusciello, Venitucci, Spera)
Ingresso: UP TO YOU ad offerta libera, da Zero in su il prezzo lo fai tu
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Ossatura
(ReR Megacorp – Roma ITA)
improvvisazioni sperimentali concrete
Luca Venitucci – piano, accordion, electronics
Elio Martusciello – computer, guitars, bass
Fabrizio Spera – drums, percussion
info: “Maps and Mazes”, terzo album ufficiale degli Ossatura (se si eccettua la loro partecipazione allo splendido box “Musica Improvvisa”), esce a suggellare il ventennale esatto dalla fondazione di questo ormai storico ensemble sperimentale (autentico vanto dell’avantgarde “Made in Italy”), che vede sempre intatto il nucleo originale, ovvero Elio Martusciello all’elettronica, Fabrizio Spera alle percussioni (di cui molte amplificate) e Luca Venitucci alla fisarmonica e oggetti vari.
Il gruppo Ossatura, fondato nel 1995, ha tracciato un percorso basato sull’integrazione di materiali e linguaggi eterogenei. L’esplorazione delle nuove tecnologie, il rapporto strutturale con il rumore, l’interesse per le tecniche compositive derivate dalla Musica Concreta ed elettroacustica e la loro integrazione con le pratiche dell’improvvisazione e del Rock Sperimentale.
In vent’anni di attività, Ossatura ha suonato nei maggiori festival di musica sperimentale in Europa, USA e Canada, e ha collaborato con musicisti e compositori come: Tim Hodgkinson, Dagmar Krause, Chris Cutler, Michiko Hirayama, Peter Kowald, Alvin Curran, Gendos Chzamirin, Christian Calon, Wolfgang Fuchs, Fernando Grillo…
press: “after many years percolating, this third release by ossatura documents a quite dramatic aesthetic shift – including more acoustic instruments alongside the electronic; more settled, cyclic rhythms; more harmonic concord – even a song. on occasion reminiscent of the necks in abstract mood, these pieces offer pools of complex, grounded, shifting textures, interpenetrated by atmospheric field recordings. immersive. ” chris cutler
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