Forse
(Dischi Amici – Lugano CH)
indie rock/pop lo-fi
I Gini Paoli
(Genova ITA)
worldbeat prog pop
Giriamo il mondo per questa terza cagnarra autunnale! La rassegna curata da DisorderDrama e il Circolo ARCI Cane, che la ospita anche, vede una diretta radio con le trasmissioni di Radio Gazzarra aperte al pubblico dal pomeriggio e a seguire i live dello svizzero Forse col suo indierock a bassa fedeltà e tanto fuzz a la neozelandese e I Gini Paoli, viramundo nostrani, che ci faranno ballare con i loro ritmi sudamericani (e non solo).
Sabato 20 Novembre 2021
H17 live radio streaming
H21 live set
Cane
Corso Perrone 22r Genova
inizio Live ore 21!
Forse
(Dischi Amici – Lugano CH)
indie rock/pop lo-fi
info: Forse è il progetto solista di Gianmaria Zanda, classe 1985, artista multisfaccettato, musicalmente anche membro di The V.AC. e di The Bomb & the 85th Koala. L’assetto strumentale attualmente ancora utilizzato dal musicista prende forma nel tardo autunno del 2013 e si compone di voce, chitarra, tastiera, looper e riverbero.
I brani di Forse seguono una quasi forma canzone, limitata alla base dalla ripetitività della loopstation, e sono spesso brevi e di poche parole, cercando di concentrare il succo in poco spazio, senza dilungarsi troppo col rischio di perdersi. Sono piuttosto semplici, sorretti da melodie efficaci.
La personalità versatile di Gianmaria Zanda si esprime maggiormente nel modo personale di utilizzare la voce e nella buona dose di umorismo e leggerezza che aleggia nel progetto.
Nel progetto confluiscono le influenze derivate dagli interessi musicali del cantante: The Seeds, John Maus, Richard Hell, Alastair Galbraith, Kennelmus, Perfume Genius, The Velvet Underground, Juan Wauters, il primo album solista di John Cale, Paul Cary e diverse buone cose della musica italiana tra il 1960 e il 1990.
Stravagante un po’ timido e, soprattutto, “bizzarro”, ammette come la musica a cui si ispira sia quella “genuina, sentita, originale… non solo stramberie fine a sé stesse”… E com’è questa nuova idea, “Forse”? “È qualcosa di intimo, non pensato per i grandi palchi. Si va dai brani più pop e ammiccanti a quelli quasi liturgici, ma sempre con leggerezza”.
press: “Le dico perché la mia prima impressione ascoltando questo disco è che un po’ ricordasse il sound della band di Milwaukee (i Violent Femmes). Ma via via che approfondivo i pezzi di Harmony ho parzialmente modificato questa mia prima impressione in quanto l’unico pezzo nel quale questa fonte d’ispirazione risulti davvero palese è Moel / Salary Man. Ma veniamo al resto del disco che comincia con la struggente acusticità (enfatizzata dal cantato) di She’s Afraid of the Dark seguita dal suono nervoso alla Feelies di Put your Finger Everywhere. Per le prossime due analogie vi autorizzo a darmi del pazzo – sappiate solo che sarete chiamati a giudizio per diffamazione – ma io in Primitive Harmony ci ho sentito la marzialità dei Death in June (!) mentre Allright, Sincerely, che è anche la mia preferita del lotto, mi è sembrata outtake degli Stones (!!!) con Jagger e Richards che la intonano completamente sfatti di fronte al mare. Certamente una band che influenza in generale il suono di Forse sono i Pavement il cui spettro aleggia sopratutto in Henry Flint.” Il Santo – In Your Eyes
sito: https://www.facebook.com/M.E.Forse/
audio: https://dischiamici.bandcamp.com/album/harmony
video: https://www.youtube.com/watch?v=qDb_Ir4cbPI
I Gini Paoli
(Genova ITA)
worldbeat prog pop
info: Un progetto tropical-punk, cantato e suonato in itagnól. I Gini Paoli sono: Mariasole Calbi: batteria / Angelo Carta: chitarre, voce / Gabriele Guerrini: percussioni / Carlo Silvestri: basso, voce
press: ““Amargados” è quel genere di disco che lascia a bocca aperta l’ascoltatore, sovrastandolo di significati celati, nascosti dietro le pieghe dell’itagnòl, lingua inventata dalla band in un’operazione ardita che vede i “Gini Paoli” muoversi sul sentiero del fictional language, tracciato da precursori illustri come Tolkien o il Roddenberry autore di Star Trek. È uno di quei dischi che ti invitano a ballare, ma lo fa nel meno convenzionale dei modi. È come quell’amico ubriaco che ti trascina sulla pista da ballo quando tu non ne hai per niente voglia. Solo che in questo caso, dopo pochi accordi ti convince, cosa che l’amico ubriaco non riesce mai a fare. Le sonorità attingono dal macrocosmo caraibico: i giri di chitarra, il modo in cui sono suonate le percussioni e l’utilizzo della voce richiama un atmosfera tropicale, tra il funky e il reggae. Gino me tassìo, ad esempio, è un brano che può essere accostato al reggae, e che dietro l’aria scanzonata e il ritmo in levare nasconde una vicenda triste e racconta di un Italia crudele e razzista.” Marco Airoldi – Rockit
sito: https://www.facebook.com/colectivoginopaulista/
audio: https://soundcloud.com/colectivo-ginopaulista
video: https://www.youtube.com/watch?v=CdLenoVtNaI