The Shipwreck Bag Show
(Wallace – Milano ITA)
prewar folk noise blues sperimentale
Hermitage
(Marsiglia – Genova ITA)
lenti e imprevedibili tracciati strumentali
La riscoperta di sonorità inusuali, in una riproposizione dello scarnificato blues primordiale con Xabier Iriondo (Afterhours, Uncode Duello) e Roberto Bertacchini (Starfuckers).
Tutte le settimane disorderdrama.org porta grandi nomi alla Claque. Non mancate!
La crema della musica underground fa tappa a Genova nella splendida cornice della terza sala del Teatro Della Tosse. Un ambiente speciale e particolare, per gustare al meglio le performance dei migliori artisti in tourneè in Europa.
The Shipwreck Bag Show
(Wallace – Milano ITA)
prewar folk noise blues sperimentale
info: Progetto con Xabier Iriondo, membro fondatore degli Afterhours e Uncode duello che ha suonato con gente del calibro di Damo Suzuki, ZU, Rhys Chatham, Sinistri, Wu Fei, Gianni Gebbia, Steve Piccolo, Carla Bozulich, Eraldo Bernocchi, Cristiano Calcagnile, Bruno Dorella, Elio Martuscello, Vincenzo Vasi, Alberto Morelli, Gianni Mimmo, Verdena e tanti altri… Xabier Iriondo (ex Afetrhours, Polvere, Uncode duello) e Roberto Bertacchini (Starsfuckers e Sinistri) propongono uno spettacolo intenso ed affascinante. Il disco, uscito per Wallace records e recensito ottimamente dai giornali del settore, è un 12 tracce sconvolgente fatto di suoni ricercati e di atmosfere surreali.
The Shipwreck Bag Show
Bertacchini ed Iriondo hanno passato due anni a forgiare un suono che è diventato molto più della somma di due stili la cui personalità è ormai diventata marchio di fabbrica, THE SHIPWRECK BAG SHOW è un gruppo, una band che suona dal vivo e con l’album “Il tempo … tra le nostre mani, scoppiaaaaaaaaaaaaaaaaa!” propone dodici brani che non è azzardato definire canzoni. Senza dimenticarsi della ricerca sonora portata avanti negli anni, il duo si dedica a cantare e suonare blues: ovviamente canzoni ubriache e sbilenche, ovviamente blues zoppo, zozzo, evocativo e primitivo.
Roberto Bertacchini
batterista, percussionista, cantante, attore.
E’ membro fondatore di Starfuckers e Sinistri.
La sua tecnica percussiva è frutto di uno studio sullo strumento che lo porta a sviluppare uno stile “non-metrico” unico e personale.
Xabier Iriondo
chitarrista, manipolatore.
Nel passato ha suonato con Afterhours, SixMinuteWarMadness ed A Short Apnea.
Suona con strumenti a corda atipici, alcuni dei quali autocostruiti.
Valentina Chiappini
Pittrice/performer siciliana, classe 1980.
Dopo essersi diplomata presso il liceo classico di Siracusa, si accosta a studi artistici, presso “l’accademia italiana” Arte/Moda/Design (Firenze), dove consegue il titolo di vetrinista. Attualmente frequenta l’ultimo anno presso l’accademia di belle arti di “Brera” (Mi).
Dipinge sin da quando era bambina, sulle superfici più disparate. Nella pre-adolescenza scopre una vera e propria passione nello sperimentare un tipo di pittura fatta di segni-suoni-colori e simboli, dove il soggetto principale è il “graffio”.
Valentina Chiappini, attraverso l’uso di lame, tratta il colore per sottrazione, creando spazi geo-asimmetrici, frammentati, talvolta taglienti e destrutturanti di una integrità spaziale.
Parallelamente alla pittura si manifesta in lei un viscerale interesse verso la poesia francese simbolista del tardo XIX secolo.
Dal connubio delle sue passioni nasce questa personale arte graffiante/primitiva, che affonda le sue radici in epoche lontanissime, quando la testimonianza del passaggio umano era solo un graffio inciso.
Una pittura rupestre realizzata sui muri di una grotta.
Press: “Eccoci a parlare nuovamente di una delle cento vite parallele di Xabier Iriondo, questa volta divisa con Roberto Bertacchini, con il quale torna nuovamente a collaborare, per dare un naturale e essenziale seguito all’omonimo miniCD che chiudeva la wallaceMailSeries di qualche anno addietro. Dal disco intitolato ““Il tempo nelle nostre mani, scoppiaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa” sgorga naturale e genuina una detonante miscellanea di avant-blues e rock destrutturato in 12 tracce intense e curate nel loro sviluppo sonico. A duettare con l’improvvisazione radicale dell’artista milanese e i suoi strumenti balzani, questa volta è la contratta e frammentata batteria dei Sinistri/Starfuckers. Il risultato è quello di un ensamble di sonorità percosse con nerbo, come in “Scoppia”, tra imprò e ritorni industriali alquanto interessanti. La voce è viva e disorientante quanto quella dei primi CSI, una sorta di musicalità pre-P di intensità nichilistica-assolutista. Batteria, chitarre e campionamenti si uniscono all’uso sapiente di inusuali e orientaleggianti strumentazioni, che fungono da viatico per le lande desolate e nereggianti di brani come “Arcipelago” e “La verità”. Non tutto però sembra uscire in maniera così fluida come la convincente ”Tra le nostre mani”; infatti episodi come “Tempo” sembrano appartenere ad un passatista dejavù, in cui la voce, utilizzata come aggiunta strumentazione, rimanda alle classiche metafore noise, annebbiato da un uso di piatti poco sicuro e da riverberi tediosi sul lungo tratto. La retta via viene però riconquistata immediatamente con “Tuamare”, composizione dogmatica e cupa, che sembra collocarsi tra il black del Burzum di Filosofem e gli sviluppi reverse di Mark Linkous. Ma come direbbe qualcuno…con Iriondo…comunque vada, sarà un successo! “Music on tnt – Loris Gualdi
“Quando, tempo fa, uscì il mini-cd firmato The Shipwreck Bag Show, non ci furono dubbi che si trattasse di una delle migliori uscite di Wallace Mail Series. Un disco che metteva insieme le anime inquiete di Xabier Iriondo e Roberto Bertacchini, il primo creativissimo agitatore dell`underground italico, perso tra mille progetti, e il secondo anima ritmica di Starfuckers / Sinistri. Un binomio dal quale potevano venir fuori solo meraviglie. E, infatti, rieccoli con questo “Il tempo… tra le nostre mani, scoppiaaaaaaaaa!”, finalmente album sulla lunga distanza e, finalmente, prova in cui il duo si confronta con la forma-canzone. Naturalmente, con una prospettiva tutta personale. Iriondo, che già con l`altro progetto Polvere s`è messo in testa di indagare sulle radici del blues, qui affronta la sfida da una nuova prospettiva. Sebbene sia sempre musica evocativa, stavolta il ritmo è protagonista. Del resto, non poteva essere altrimenti, giacché gli strumenti obsoleti di Xabier e le sue rifiniture elettroniche sono qui assecondate dall`inconfondibile incedere zoppicante dei tamburi percossi dal Bertacchini. Un`idea intrigante e un`intesa perfetta, un disco a fuoco e bellissimo. ” Il Tirreno – Guido Siliotto
“The Shipwreck Bag Show nasce dalla congiunzione di Xabier Iriondo, polistrumentista e sperimentatore/guru della scena avant italiana e Roberto Bertacchini, batterista carismatico fondatore di gruppi eclettici e geniali come Sinistri e Starfuckers. Il tempo… tra le nostre mani, scoppiaaaaaaaaaaaaaaaaa! è il titolo di questo loro nuovo disco, un insieme di canzoni destrutturate, blues primitivi, noises polverosi e poesia. Ciò che subito sorprende è l`eccezionale empatia che i due musicisti riescono ad avere. Iriondo intreccia chitarre distorte ed elettroniche lo-fi su cesellate ritmiche schizofreniche e zoppe di Bettacchi questa volta anche cantante. La voce nei brani degli The Shipwreck Bag Show ha un ruolo fondamentale. Essa appare sentenziare verità e preghiere sotto un letto di disturbi e tempeste sempre ben calcolate e bilanciate con armonia. Qui nulla viene dato al caso, la sensazione è che questo sia un disco molto concettuale che narra di pirati solitari, naufragi, fantasmi e isole deserte – non a caso i due dichiarano: “Siamo naufraghi nell’oceano del pop, rifugiati su di un’isola fuori dal tempo, il nostro bagaglio è una semplice borsa, colma di legno, metallo e circuiti stampati”. I brani migliori si incarnano nella umoristica Arcipelago dove la formula The Shipwreck Bag Show appare chiara e definita senza sbavature o forzature, nella distorta Captain L.S. Edward e nella instabile e geniale The F. Wheeler shipwreeck. Le tracce scorrono senza particolare frenate improvvise anche se, a volte, alcuni pattern sembrano ripetersi e ripetersi, forse, una volta di troppo. E` evidente che i due naufraghi Iriondo e Bartacchini abbiano solcato in lungo e in largo mari impetuosi e desolati, ma la loro sete di esplorare terre lontane e dimenticate non si è placata nemmeno con questo (ottimo) lavoro.” L’Isola che non c’era – Simone Fratti
“Due santità dell`underground italiano si mettono insieme e danno vita a The Shipwreck Bag Show. Le due menti in questione sono il chitarrista Xabier Iriondo e il batterista Roberto Bertacchini. Mi viene subito in mente che questo disco si pone come una delle migliori, e più ispirate cose, partorite dall`Iriondo post Afterhours e post A Short Apnea. Ed è tutto uno stopparsi, un gracchiare agro/dolce, un mescolare ricordi di blues marciti al sole, di un rozzo noise spezzato e distrutto. “Scoppia” è l`inno giusto per il dopo bomba, Roberto declama (“parrocchiani dove siete ora, continuiamo tutto, le nostre vite… è l`unica forma, è l`unica forma… permesso, permesso. Prima di tutto!”) con la sua voce fracassata e ululante e sotto Xabier con riff pungenti e rumorosi. Altro moloch è “Tuamare”, dove un`improvvisata litania per voce e strumento a corda si fonde e trasforma in un pesante stoner in stile Om. Il finale è tutto per una struggente nenia di origine popolare per strumenti a fiato e ritmiche sempre sfasciate. Primitivo ” RockIt – Marcello Consonni
“A due anni dal primo volume il duo formato da Roberto Bertacchini (kick, snare, hi-hat, voice) e da Xabier Iriondo (guitar, mahai metak, taisho koto, banjolino, bandonion, field recordings, electronics), da seguito allo strampalato progetto di blues sbilenco e sperimentale. I due musicisti si lasciano andare a dodici tracce più o meno deliranti, come la psicotica “Scoppia” e i gridolini repressi di “Captain J. S. Edward”, accostabile al primo Nick Cave, quello in luna di miele con l’eroina, tanto per intenderci. Il duo si lascia andare al proprio flusso di coscienza e la cosa più intrigante è che c’è un’intesa perfetta, non a caso Iriondo e Bertacchini hanno deciso di suonare la loro musica dal vivo. Le dodici battute vengono interpretate in maniera assolutamente personale, fuori dai canoni classici, preferendo esprimerle con una musica incostante e spezzettata dove gli Old Time Relijun incontrano l’elettronica (“Tra le nostre mani”) o la psichedelia orientale deraglia nella pesantezza di una Diamanda Galas al maschile (“Tuamare”). Insomma questo è un cd che non lascia indifferenti e che da molti spunti alle generazioni future in cerca di qualcosa di veramente interessante e di nuovo da ricercare.” Freak Out -Vittorio Lannutti
sito: http://www.myspace.com/shipwreckbagshow
Hermitage
(Marsiglia – Genova ITA)
lenti e imprevedibili tracciati strumentali
info: Un quintetto di giovani speranze su cui in molti in città hanno messo gli occhi, e le orecchie, sopra. Già vincitori dell`ultimo Goa Boa School Select, il concorso riservato a gruppi di liceali legato al più importante festival musicale genovese. In poco tempo hanno maturato una rara capacità nello sviluppo di temi, dosando le costruzioni tra crescendo epici alla maniera dei loro punti di riferimento. se vi ritenete orfani dei primissimi Port-Royal, se siete amanti della Constellation, se siete addirittura ancora invischiati nelle melme lisergiche pinkfloydiane… beh, gli Hermitage fanno al caso vostro!
press: “Ben fatto come quello degli Hermitage, autori di un pop-post-progressivo eccetera che allunga per quanto possibile trame di chitarra, basso e batteria sino ad ottenerne un tessuto colorato e dalle numerose sfumature. Lenti e spesso imprevedibili tracciati strumentali dominano “Glass” e “1859(Moustache)”, mentre la conclusiva “Next 5 KM” scombussola ogni certezza accendendosi di elettronica e ritmo e cambiando numerosi volti nei suoi quasi dieci minuti di durata. Il lavoro e il talento sono sicuramente da lodare” Salvatore – Indiepop.it