Women
(Jagjaguwar – Calgary CAN)
un fresco canzoniere di freak-rock obliquo
DD/MM/YYYY
(Deleted Art – Toronto CAN)
iperenergetico mathrock postmoderno
Cartavetro
(Marsiglia – Genova ITA)
vie alternative all`autoproduzione
Uno dei concerti più attesi dell’anno con la vera rivelazione di questo scorcio di decennio. Una serata che si interroga sul formato canzone nell’epoca del ritorno al noise, tra il garage, lo shoegaze e il noiserock. Amati dalla critica e esaltati dal pubblico, sono candidati ideali a disco dell’anno per la maggior parte delle redazioni di musiche non commerciali, gli Women approdano sulle nostre coste per la prima volta. In apertura i canadesi DD/MM/YYYY e i locali Cartavetro.
Una volta l`anno è lecito dare di matto: ad aiutarci i canadesi DD/MM/YYYY con i loro improbabili ritmi e i suoni a dir poco aggressivi e i rumoristi locali Cartavetro.
ATTENZIONE!
Contrariamente a quanto annunciato gli Women NON suoneranno alla Claque. Per motivi ovviamente indipendenti dall`organizzazione ma interni al gruppo (fate pure una ricerca su google per scoprire i particolari) gli Women si sono sciolti e hanno annullato l`intero tour europeo. I DD/MM/YYYY rimangono confermati e i Cartavetro pure.
DD/MM/YYYY
(Deleted Art – Toronto CAN)
iperenergetico mathrock postmoderno
http://www.ddmmyyyy.net/
info: I DD/MM/YYYY (pronuncia: Date Month Year) sono un gruppo di Toronto che sta insieme dal freddo inverno del 2003. Da quando hanno iniziato come gruppo noise senza un genere o stile specifico hanno messo in atto una rapida progressione che li ha portati dal suonare a feste in casa ai palchi di grandi eventi, aprendo per gente del calibro di Blood Brothers e AIDSWOLF. Nonché con Smashing Pumpkins, Blonde Redhead, e i Killers al Virgin Festival del 2007 a Toronto. Hanno fatto tour in giro per tutto il nordamerica insieme ai nomi più freschi del rock Japanther, Matt & Kim, Dan Deacon, Mika Miko, Be Bad, Quebexico, Parts & Labor e Video Hippos. La band ha registrato tre dischi che sono rimasti in rotazione in tutte le maggiori radio indipendenti per mesi. Devono il loro successo al personale approccio senza freni che hanno tenuto verso il fare musica, un atteggiamento da guerrieri all’idea di suonare ovunque, vicino o lontano, nonché ad un’attitudine di integrità individuale invidiabile. Musica isterica tra Frank Zappa, i Melt Banana e i Mr.Bungle.
press: “Insanity has rarely felt more natural.” Nme
“That hard/easy dichotomy is reflected in the group’s music, which seems esoteric when described– think hyper math-punk with touches of prog and hardcore– but in practice produces simple, even catchy pleasures.” Pitchfork
“The songs on the group’s latest full-length – “Black Square” – are trippy collections of ideas kept cohesive and dynamic with a smattering of oddities that don’t actually explain anything, but form the skeleton for everything to stick to. There are no answers here, just improvisations polished over and over and played so many times that they become concrete statements of fantastic daring and adventure.” Daytrotter
Cartavetro
(Marsiglia – Genova ITA)
vie alternative all`autoproduzione
http://www.myspace.com/cartavetroanomologenova
info: Tra i vicoli di Genova “Cartavetro” è un nome famigliare, che vuol dire tante cose da tanto tempo, con tante facce che sono cambiate, ma con l`unico filo rosso di un gruppo che ha voglia di sperimentare, di percorrere sempre la via più insolita, senza rinunciare agli aspetti “carnali” e fisici del rock in quanto espressione di urgenza. Fuori da Genova “Cartavetro” è il nome di un gruppo appena arrivato, che vanta una sola uscita, risalente ormai al lontano 2005, “Bruxia” (dal genovese, per “brucia”), pubblicato sulla prima net-label italiana, la marchigiana Anomolo Records. Di questa esperienza rimane, oltre all`amore per i suoni un po` storti, il legame con una certa scena no-copyright e copy-left, vista come moderna evoluzione e prosecuzione di un discorso più d.i.y. in senso lato. Oggi i Cartavetro sono un trio, nuovo per 2/3, prossimo a dare alle stampe una sorta di EP del ri-esordio, prodotto grazie alla collaborazione di diverse etichette del panorama genovese e nazionale. Il titolo è We Need Time, e nel brano omonimo mette la voce un nostro beniamino: Mike Watt, dei mitici Minutemen, e ora anche basso degli Stooges.
press: “Cupo, riflessivo, rock. Un lavoro autoprodotto e registrato in proprio che merita certamente attenzione. L’album Bruxia (Burn!) dei Cartavetro è cento per cento rock italiano, di quello che non siamo più tanto abituati a sentire.” Simone Moretti – Genovatune.net
Women
(Jagjaguwar – Calgary CAN)
un fresco canzoniere di freak-rock obliquo
http://www.myspace.com/womenmusic
info: Gli Women sono una band di art-rock di Calgary in Canada. Il debutto della band è stato registrato da Chad VanGaalen, artista noto per i dischi usciti per Sub Pop e per la sua Flemish Eye, lungo il corso di quattro mesi su ghettoblaster e vecchi registratori a nastro nel suo scantinato, in fogne a cielo aperto e intercapedini. Citando gli Swell Maps e i This Heat, la musica dei Women crea, a tratti, ambienti luminosi e spaziosi, in altri, pone l’ascoltatore in un mood lugubre e scuro, come minacciato da un incombente pericolo; un capolavoro della bassa fedeltà avvolto in strati di vibrato e lavato a schitarrate. Il suono della band è stato comparato ad una versione del pop solare dei Beach Boys trascinato in una stanza buia e orribilmente mutilato, quasi come se i Velvet Underground avessero fatto le cover degli Zombies. Amici sin dall’infanzia, due sono fratelli, i componenti della band hanno un rapporto intuitivo tra loro che sembra trascendere il dialogo: un’intesa dovuta ai tanti anni in cui hanno suonato insieme. I membri degli Women hanno girato in tour il Nord America e l’Europa con vari progetti: come backing band di Chad VanGaalen e con Azeda Booth (pubblicato da Absolutely Kosher). Come Women hanno girato il mondo tra il 2008 e il 2009, con oltre 180 concerti: tra i più importanti, si ricordano le performance offerte sul palco del Primavera Sound di Barcellona, del SXSW di Austin, del Pitchfork Music Festival di Chicago e al Lexington di Londra. Hanno suonato con Mogwai, Abe Vigoda, Dungen, Deerhunter, e i mitici Eric’s Trip.
press: “Sempre tenendo presente che gli estremi dei Women sono tutt’altro che frastagliati e di difficile assimilazione. È vero, anzi, l’esatto contrario: possiedono il perfetto punto di equilibrio tra riverberi notturni e abbaglianti chiarori.” Gabriele Pescatore – Mucchio
“Calgary’s Women, like Columbus’ Times New Viking, give tape hiss a place of honor more often reserved for instruments, or at least computers. The ensuing noisy jangle straddles the 1960s’ divide between the Warhol crowd’s speed-addled New York cynicism and the echoes of psychedelic San Francisco that bubbled up across the pond in the fey, catchy pop of UK groups like the Zombies.”– Pitchfork
“This is freak-rock, nursed on psychedelia and prog, but without pretense.”–Vue Weekly
“Dal vivo la band canadese allestisce un set capace di restituire dal punto di vista visivo la spazialità del loro suono; una specie di laboratorio rumorista ravvivato da una performance che guadagna forza mentre perde via via centralità senza abbandonare impatto comunicativo; un confine, quello tra minimalismo e rock’n’roll che qui si perde nei droni di Cameras, riacquisisce antiche identità in tracce come Black Rice, offre una versione sporcata e astratta dei King Crimson in Sag Harbor Bridge.” Roberto Ragionieri – Indie-Eye.it
“Particolare da non dimenticare, è infine il fattore canzone. Gli Women ne fanno di compiute e sensate, in pratica classiche perle dell’universo “storto” degli ultimi 30 anni. Gliene diamo atto.” Stefano Pifferi – Sentireascoltare.it
“Se si volesse si potrebbe ammonticchiare i Women (nome da 10 e lode comunque) in quella piccola folla composta da No Age e Times New Viking, per tutte le loro soleggiate melodie pop filtrate attraverso una melma di effetti putridosi. Se non si considerasse che i Women hanno quella specie di sindrome da Dr. Jekyll e Mr. Hyde per cui una canzone come “Lawncare” inizia da serenata degli Shins ad un pigiama party e finisce in un’emicrania dei Wolf Eyes. È tutto abbastanza logico, se non fosse che ti sei evitato una mandria di giovani diafani che comprano i vestiti all’usato e che si esaltano al solo pensiero di aver trovato un nuovo modo per farsi sanguinare le orecchie.” Serenity Jones – Vice