Un disco la cui completa assimilazione può rivelarsi uno dei piaceri più raffinati dell’anno. – Maurizio Blatto / Rumore
In questo i port-royal si confermano maestri. “Where Are You Now” si disvela a poco a poco, smettendo così i panni dell’esercizio di maniera e comunicando, un ascolto dopo l’altro, le proprie intenzioni espressive, la solidità delle sue composizioni. – Rockit.it
Le nuove strutture, i timbri e le variazioni sono capaci di far piangere di gioia tanto risultano azzeccate, come se i dettagli andassero a formare un unico racconto. – Indieforbunnies.com
Mettiti un paio di buone cuffie, sdraiati, chiudi gli occhi e lascia che i suoni evochino immagini. Perditi. – Impattosonoro.it
Sono passati quasi sei anni dal loro ultimo full length Dying In Time, senza contare la compilation del 2011 di remix e rarità intitolata 2000-2010: The Golden Age Of Consumerism (sempre per l’americana n5MD) e l’album del progetto parallelo di Attilio Bruzzone Diamat nel 2013.
Quel vecchio adagio che dice che le cose buone arrivano per chi sa aspettare non è mai stato più vero. Where Are You Now riempie questi sei anni con temi familiari e ricorrenti per la band, aggiungendo tuttavia nuove componenti all’universo sonoro dei port-royal. Tali elementi sono chiaramente presenti nel luccichio pop di brani come “Death Of A Manifesto” e “Alma M.” e nel battito muscolare, quasi industriale, che compare in alcune sezioni di “Karl Marx Song” e “Theodor W. Adorno”; ma non preoccupatevi perché nelle mani dei port-royal queste risultano componenti inseparabili dalla miscela di post-rock, dream-pop e dance music a cui la band ci ha abituati negli anni.
Guarda il video di “Death Of A Manifesto” su Wired: http://www.wired.it/tv/