Concerti segreti in posti maravilosi con progetti superbelli.
E tornano martedì 14 luglio con Ben Seretan appena uscito con la rediviva Love Boat di Andrea Pomini.Ingresso 7€
Circolo 30 Giugno – Salita degli Angeli 70 (si sale su da via san bartolomeo del fossato fino al parcheggio sulla destra con il murales, poi è subito lì dietro)Ben Seretan
(Loveboat – Orange County USA)
File under: indie/psych, unconventional pop, guitars, modern americana, punk/////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////
Per la prima volta in Italia, il chitarrista, cantante e sound designer newyorkese di origine californiana Ben Seretan presenta dal vivo il suo ultimo album omonimo, uscito lo scorso ottobre in tirature limitatissime su vinile e cassetta, e stampato ora su CD da Love Boat con aggiunta di una traccia extra di 22 minuti (“che da sola vale il disco”, come si diceva nelle recensioni di una volta).
Laureato con lode in musica alla Wesleyan University del Connecticut, Ben Seretan ha all’attivo numerose uscite fra album sperimentali, raccolte di canzoni, collaborazioni con band e sonorizzazioni dal vivo, la maggior parte disponibile gratuitamente.
“Ben Seretan” è stato disco del mese di Rumore Magazine nel dicembre 2014.
Questa la recensione:
“Diceva Greil Marcus il mese scorso: “La critica non è difesa del proprio territorio. Non è prudenza e non è paura di esporsi. È propulsione, è l’ambizione di arrivare al cuore di ogni questione, a raccontare tutta la storia. C’è ancora qualcosa che pulsa, là fuori?” E allora ciao prudenza: sì che c’è, ed è proprio là fuori. Fuori in questo caso anche da rotte e dinamiche dell’industria discografica indipendente. Fuori, dove la musica la si fa senza pensare al resto. Ma a quest’ora avrete già visto la copertina e capito da voi. Magari non il suono preciso che vi aspetta, ma senz’altro il tipo di persona. L’uomo nella foto si chiama Ben Seretan, è un chitarrista e cantante californiano trapiantato a New York, ed è buono. Non è un dettaglio: è il suo approccio alla vita e agli altri a generare musica di questa intensità. Non ha paura di mostrarsi vulnerabile e umano, anzi è quella la sua forza. Non è nè il miglior chitarrista nè il miglior cantante in giro, ma lo ascolti ed è la cosa migliore che potesse capitare, qui e ora.
Apre la sua nuova raccolta di canzoni – download via Bandcamp, più tirature limitate in doppio vinile e cassetta – con una meraviglia chiamata Ticonderoga: organo e ferraglia di chitarra che danno il la, pulsazione krauta che corre e inciampa, assoli saturi da Mascis e ripetizione del titolo come mantra sognante. Jurado con i Neu!, il secondo di Maradona con l’Inghilterra, gli otto minuti piu energetici ed euforici che possiate passare. La senti e il mondo è tuo.
Seguono altre bellezze lunghe e dilatate, costruite sul movimento della Telecaster tagliente di Ben fra quiete e rumore, primitivismo americano e grezzume indie, attorcigliamenti avant e rock classico. Light Leaks, arpeggi a cascata e cantato emo intimo anni ’90 (un fratello Kinsella depurato delle spinte arty?), gonfiata a due terzi da un coro balsamico. Meadowlark, che da droni minacciosi emerge con riff blues e cantato gospel, per esplodere in un tripudio lento e fragoroso che sa di comuni anni ’70 e Akron/Family al meglio. The Confused Sound of Blood in a Shining Person, inizio rarefatto e batteria che sbanda intorno al tempo, in un crescendo da Mineral casalinghi che di nuovo esplode dalle parti di Akron, titolo gridato a oltranza fino alla vittoria. La narcotica Two Black Wings, che fino a oltre metà pare una cosa canonica di arpeggi e archi, ma poi arriva il coro e andiamo tutti in pace. Come andiamo in pace con Swing Low, standard conclusivo, slow che avanza semplice ma inesorabile fino ai droni e al feedback finali. Ecstatic joy insomma, ha ragione il tatuaggio.”
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Così invece descrive la sua musica e la sua attitudine lo stesso Seretan:
“I take notes from:
– The cosmic awe of Alice Coltrane (and similarly Pharoah Sanders)
– The unfettered squeal of Neil Young guitar solos
– The bird-freedom and ear-whispering-closeness of Arthur Russell
– The friendship-punk of the Minutemen
– The delicious sadness of Hank Williams, Bill Callahan, and Nick Drake
– The wondrous chaos of Charles Mingus’ ensembles (and how tender his ballads are)
– The utter ease of James Blood Ulmer (how he just totally shreds at guitar but he’s relaxed about it and his voice is mellow)
– The slippery time and elegant brute force of Don Caballero
– The unrelenting repetition of Neu! and that one Faust record with Tony Conrad
– The warm, refrigerator-fan hum of Stars of the Lid
– The vanguard guitar maneuvers of John Fahey, Glenn Branca, Sonic Youth, Derek Bailey, Lou Reed, Sonny Sharrock, Jack Rose, probably even Ry Cooder.
I also grew up in Orange County, California (near LA), which has an exquisite history of punk and hardcore – Black Flag, Circle Jerks, Saccharine Trust, X, etc. And I grew up religious, so Christian music is still buried in there a lot, even though I’m no longer a part of any church.”
sito: http://www.benseretan.com/
facebook: https://www.facebook.com/benseretan?fref=ts
audio: http://benseretan.bandcamp.com/
video: https://www.youtube.com/watch?v=sYJom2MX3zc