Ass. Cult. DisorderDrama

Giovedì Off 2#07 – Julie Doiron ANNULLATO

Julie Doiron
(Jagjaguwar – Moncton CAN)
l’ex Eric’s Trip convertita al cantautorato

Les Mange-Tout
(My Honey – Genova ITA)
duo francoitaliano di signorine per bene

Ancora un pezzo di storia dell’indierock nord-americano degli anni ’90. I canadesi Eric’s Trip sono stati un riferimento per l’evoluzione parallela del noiserock oltre i limiti segnati dai Sonic Youth e dai Dinosaur Jr. Julie è stata, chiuso il gruppo precedente, tra le prime a rivolgersi al cantautorato folkrock come possibile evoluzione, e si sente dalla qualità delle sue uscite. Les Mange-Tout sono, invece, ancora in giro a promuovere il loro secondo bel disco.

ANNULLATO


Julie Doiron
(Jagjaguwar – Moncton CAN)
l’ex Eric’s Trip convertita al cantautorato
http://www.juliedoiron.com/

info: Tutto sta andando a posto nel mondo di Julie Doiron, dal riabbracciare il suo passato elettrico all’imbarcarsi in una nuova ed energica fase della sua carriera solista con alcune delle più allegre ed ispirate canzoni di tutta la sua storia. I Can Wonder What You Did With Your Day — che arriva a seguito dell’album Lost Wisdom, acclamata recente collaborazione con Mt. Eerie e il compagno di gruppo Fred Squire – presenta al pubblico una raccolta che riflette sia la sua continua crescita artistica nonché un rinnovato senso di ottimismo, anche in termini compositivi. Come succede spesso in questi casi, la sua ispirazione è profondamente radicata in quello che le accade intorno. Più di altri cantautori si può esattamente dedurre che cosa succeda nella sua vita. Diretta e dolorosamente onesta, riesce a mettere tutto quello che le accade, e quello che prova, nei suoi testi: “Canto di quello che mi succede”, ammette parlando del suo stile, “non so fare altrimenti. Non so come scrivere in altra maniera. Avrei voluto e ci ho provato! Perchè a volte trovo che avrei fatto meglio ad essere un po’ meno schietta, ma non so proprio come esprimere le stesse idee in altra maniera.” Nel passato i suoi ascoltatori hanno condiviso i periodi di solitudine, lo scioglimento della band, la difficoltà di far crescere i figli e le oscure paure che ognuno prova durante una relazione. Nonostante il fatto che l’approccio diretto e schietto sia ancora molto presente, questa volta risulta quasi la donna più felice della terra. “Continuo a ripetermi che è un cambio verso una direzione più positiva: ho iniziato ad amare la vita più che in passato e sono felice, mi sto divertendo un mondo a crescere i miei figli”. In aggiunta a questa nuova prospettiva, la Doiron, ha scritto un album in cui mette in mostra un gusto verso il pop melodico e una dimensione rock più che distorta che non si sentiva dai tempi in cui suonava insieme agli Eric’s Trip, eroi dell’indie degli anni ’90. In parte è proprio un desiderio di ritornare all’attitudine di quei giorni “elettrici” vissuti con la band. Gli ultimi anni hanno visto il gruppo riformarsi per alcune trionfali tourneè e il riavvicinamento con il lavoro del suo ex compagno di band Rick White (che ha prodotto anche il suo precedente disco, nominato per il premio Polaris nel 2007). I Can Wonder è stato registrato nella casa studio isolata di White, a nordovest di Toronto. La Doiron ha suonato le chitarre elettriche e acustiche, White bassi e tastiere e Fred Squire ha suonato tutte le batterie e qualche assolo di chitarra. Squire, che viene da Sackville, nel New Brunswick, suona con Julie anche nei Calm Down It’s Monday.

press: “L’album è riuscito anche ad aggiudicarsi il premio Juno Award,equivalente canadese del Grammy,come migliore incisione indipendente dell’anno 2000. L’incontenibile malinconia e l’imbattibile tristezza sonora di Julie Doiron albergano in queste canzoni,in compagnia del quartetto dei Wooden Stars di stanza ad Ottawa. Già presenti qui le tematiche sentimentali da cuore infranto,immancabili ed irrisolvibili,dove ricordi laceranti e delusioni non metabolizzate finiscono per condurre sull’orlo di un’indomabile crisi permanente.” Miuzik
Questa sera sentiamo una che sa cantare. Non è una di quelle musiciste che possono fare il disco capolavoro, almeno non apparentemente (magari poi ci stupisce), però fa un folk acustico velato di malinconia che funziona sempre.” Matteo Bordone – Dispenser
Nenie, senza pretese ma che rimangono attaccate in testa, difficili da non cantare, un po’ il disco che vorremmo Chan Marshall tornasse a fare che ti fanno sperare che non sia fagocitata come Regina Spektor, e non sarà così.” Giorgiop – Junkiepop

Les Mange-Tout
(My Honey – Genova ITA)
duo francoitaliano di signorine per bene
http://www.myspace.com/lesmangetout

info: Le Mange-Tout sono Germana e Nathalie (o viceversa). Cantano (entrambe) e suonano (entrambe) diversi strumenti. Per dare un’idea, eccone alcuni: chitarra acustica, chitarra classica, basso elettrico o meno, xilofono, ukulele, fisarmonica, organo, organetto e melodica.
Il secondo disco delle Mange-Tout si chiama come loro, Mange-Tout, e potrete incontrarlo dal 1 maggio 2010.
Contiene 12 canzoni. Ci sentirete 2 voci, 3 lingue e 23 strumenti diversi. È molto molto bello.

press: “Ma soprattutto “Les Mange-Tout” ha il merito di essere un disco godibilissimo e divertente – dal passo svelto di “Cute Cake” all’ironico cha cha cha con cui si conclude “Les Petits Pieds Froids” – passando per un caleidoscopio di suoni liquidi, acquerelli acustici e dolcezze pop assortite, confezionate con classe e con una naturalezza che merita di essere custodita gelosamente. Perché, per fortuna, per qualcuno fare musica è ancora un divertimento.” Raffaello Russo – Ondarock.it
È musica che solletica i più immediati ed effimeri sensi uditivi, questo è il primissimo pensiero, ma poi ci si ritrova a ripetere le melodie fra sé e sé, ed è lì che ha inizio la magia. Forse piccola e circoscritta, non destinata alle masse, purtroppo, ma comunque affascinante.” Il Mucchio – Alessandro Besselva Averame

dDRAMA – Next

03 Mag 2024

Archivio CMPSTR

Dall’ottobre 2008 al settembre 2017 abbiamo tenuto un blog su tumblr ripostando tutti link, recensioni, video e immagini su un po’ dei gruppi genovesi che combinavano sfracelli fuori dalle mura di casa. Stiamo mettendo a posto l’archivio. Buona ricerca

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